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Turismo responsabile e sostenibile: definizione, differenza e principi

by tiportoviaconme
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Cos’è il turismo responsabile? È fare esperienza del posto che vediamo, capendone le dinamiche, la cultura, la società, visitandolo nel rispetto delle persone e dell’ambiente.

È limitare al minimo il nostro impatto negativo e migliorare i tanti effetti positivi che il turismo può portare alla comunità ospitante, all’ambiente e anche a noi stessi.

Il turismo infatti non dovrebbe essere osservare in modo distaccato, scattando qualche foto e piantando bandierine per il mondo. Dovrebbe essere uno scambio culturale da cui tutte le parti in causa escono arricchite.

Ma facciamo un passo indietro.

Turismo responsabile e sostenibile: differenza

Inizialmente c’era una leggera differenza tra le due definizioni, con il termine “responsabile” che rimandava al concetto di etica e quello “sostenibile” a tematiche ambientali, ma oggi possiamo dire che i due termini sono praticamente sinonimi.
E quindi cos’è il turismo responsabile?

Il turismo responsabile è rispetto

Quando sei ospite da amici butti i tuoi rifiuti sul pavimento? Tratti in modo irrispettoso i padroni di casa? Fai foto ovunque senza chiedere? Ti presenti in abbigliamento non adeguato? Ovviamente no. E allora perché dovresti farlo in vacanza?

Ricordiamoci infatti che quando viaggiamo siamo ospiti a casa d’altri. Il rispetto è quindi il valore principale alla base del turismo responsabile: per l’ambiente, per le persone, per la loro cultura, per il loro stile di vita, il rispetto nel non giudicare, nel non porci ad un livello superiore, ma predisposti ad imparare.

L’importanza dell’informazione

Potrebbe sembrare quindi scontato capire come essere rispettosi e responsabili: basta il buon senso! In realtà spesso non è assolutamente così banale. A volte, pensando di fare la cosa giusta, ci troviamo invece a fare più danni che bene. Basti pensare a quante persone visitano falsi santuari di recupero di animali credendo di aiutarli, finendo invece per alimentare un’industria dello sfruttamento.

Allora come fare? Informarsi! Solo così potremo compiere scelte consapevoli e fare un turismo veramente responsabile. Informarsi inoltre è un atto di grande rispetto, che dimostra un reale e attivo interesse verso il luogo visitato.

Turismo sostenibile e responsabile: definizione

Se vogliamo dare una definizione più formale, che ci introduce anche altri aspetti base, possiamo usare quella dell’AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile):

“Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture. Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori.”

La definizione mette l’accento sui tre pilastri del turismo responsabile, che in ambiente anglofono vengono detti le tre E:

  • Etica (ethics). Essenziale nei rapporti tra turisti, operatori e comunità. Non significa solo non sfruttare i lavoratori, ma è anche informarsi, essere aperti al confronto, non sfruttare un territorio fino all’ultima goccia, ma tutelarlo e valorizzarlo, promuovere un ruolo educativo per buone pratiche ambientali e sociali, lotta alla discriminazione e tanto altro.
  • Economia (economy). Il turismo deve essere economicamente sostenibile per tutte le figure coinvolte, sicuramente per le comunità locali, che devono ricevere un guadagno equo e non solo le briciole, ma anche per gli operatori e per i turisti stessi.
  • Ambiente (environment). Il tutto non deve essere fatto a discapito dell’ambiente. Il che non vuol dire solo ridurre l’uso della plastica, ma fare in modo di generare il minore impatto ambientale possibile e favorire consapevolezza e comportamenti virtuosi.

L’importanza della comunità locale

Essenziale nella definizione AITR è anche la comunità ospitante, che in quanto “padrona di casa” ha il diritto di decidere sullo sviluppo turistico del suo territorio, senza subire figure esterne come spettatore passivo.

Questo sviluppo deve però essere sostenibile e socialmente responsabile, cioè non deve in nessun modo distruggere la comunità ed il suo tessuto sociale e culturale, ma anzi deve valorizzarlo. La storia e la cultura di una comunità, oltre ad avere un valore inestimabile, sono anche risorse per la comunità stessa e se non tutelate possono perdersi per sempre.

Dobbiamo uscire dal meccanismo domanda/offerta

Esattamente come accade per l’ambiente, lo sfruttamento incontrollato delle destinazioni di viaggio le sta danneggiando irreparabilmente e se non rendiamo presto sostenibile il turismo, i danni saranno definitivi.

Il turismo non deve più essere centrato solo sul viaggiatore, cercando di soddisfare ad ogni costo le sue esigenze. Se per adeguarci alla domanda snaturiamo un paesino di pescatori riempiendolo di resort di lusso, se cacciamo gli abitanti dal centro storico di una città d’arte, se danneggiamo una barriera corallina a causa dei troppi turisti, quel patrimonio sarà perso per sempre.

Quindi non dobbiamo pensare SE fare un turismo responsabile, ma QUANDO iniziare finalmente a farlo, prima di causare danni irreparabili.